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Francia - Francia nord-ovest


Quimper


Il nome della città, Quimper, deriva dal bretone Kemper (= confluenza, quella dell'Odet e dello Steir), ma alla rivoluzione assunse il nome di Montagne-sur-Odet in onore dei Montagnards che facevano parte della Convention.
Nel 1789 si aprì la gara fra il Léon e la Cornovaglia per la designazione del nuovo capoluogo dipartimentale: Landerneau o Quimper ? Nel 1790, l'Assemblea Costituente scelse Quimper, ma nel 1793 la Convenzione l'accusò di simpatie girondine ed optò per Landerneau. Un anno dopo Quimper riottenne il titolo.

Nel 1690 nacquero qui le prime manifatture di ceramica che sfruttavano i giacimenti di argilla sulle rive dell'Odet, l'abbondanza del legname per alimentare i forni e la favorevole situazione commerciale della città. Per lungo tempo la produzione fu caratterizzata da vasellame e robusti recipienti in terracotta verniciata, poi nel 19° secolo le ceramiche di Quimper cominciarono ad imporsi con forme e disegni particolari.
Caratteristica era la loro decorazione con pennellate a forma di goccia che componevano fiori e fogliame, e quella detta "del piccolo Bretone" con una figura stilizzata in costume tradizionale. La più importante e vecchia manifattura (H.B. Henriot) appartiene attualmente ad un gruppo americano, mentre la "giovane" Kéraluc (1946) utilizza il talento innovatore di artisti emergenti.

Quimper ha dato i natali ad alcuni personaggi importanti, come il poeta e disegnatore Max Jacob (1876-1944), il medico René Laennec (1781-1826), inventore dello stetoscopio e Yves Kerguelen(1734-1797) esploratore dei mari australi, dove un gruppo di isole appartenenti alla Francia portano il suo nome.

UN PO' DI STORIA
Nel 1° secolo a.C. le legioni romane fondarono una città sulla riva sinistra dell'Odet, sul sito dell'attuale quartire Locmaria e la chiamarono Aquilonia: qui i vascelli giungevano con l'alta marea per scaricare le merci. La sua prosperità durò fino alla caduta dell'Impero Romano, all'inizio del 5° secolo.

La tradizione popolare però lega la nascita della città al Re Gradlon, cacciato dall'Inghilterra con l'arrivo dei Sassoni (5° secolo) e all'eremita Corentin, divenuto per volere del Re il primo Vescovo della città. Annessa nel 12° secolo al ducato di Bretagna, Quimper vide sorgere sulla riva destra del fiume Odet un castello nel 1209, opera del Duca di Bretagna per contrastare la potenza del Vescovo, conte di Cornovaglia, capo spirituale temporale della città. Verso il 1230 fu il Vescovo a far circondare il centro urbano (15 ha) da una cinta muraria con 10 torri e 6 porte d'accesso fortificate.

Nel 1344, durante la Guerra dei 100 Anni, le truppe di Charles de Blois riuscirono ad estromettere le forze inglesi che però se ne impossessarono nuovamente e la tennero fino a quando Duguesclin la consegnò al Re di Francia. Nel 16° secolo fu anch'essa interessata dalle Guerre di Religione.

L'Impero fu un periodo di ricchezza per Quimper e la popolazione raddoppiò; nel 1863 l'arrivo della ferrovia sconvolse l'economia della regione. Nell'ambito di un progetto di ripianificazione della rete viaria urbana in seguito alle nuove esigenze commerciali, buona parte dei bastioni fu distrutta, l'Odet fu canalizzato e nuovi ponti fecero arretrare il porto. Della città vecchia non è rimasto molto, se non alcune viuzze tipiche che si dipartono dalla Cattedrale ed ospitano ancora alcune case a traliccio.


Cattedrale St. Corentin
Ci vollero non meno di 3 secoli per costruirla. I Lavori iniziarono nel 13° secolo con il coro, nel quale fu incorporata l'antica cappella di Notre-Dame. Facciata torri e navate sorsero nel 15° secolo, dopo le Guerre di Successione che scossero il Ducato di Bretagna. Solo verso il 1856 furono completate le audaci guglie di pietra che dominano la città: per finanziarle, la diocesi chiese ai parrocchiani di versare 1 soldo all'anno per 5 anni. Si tratta di una delle prime cattedrali gotiche della Bretagna. Negli intradossi del portale sud si mescolano figure sacre e profane.

Negli anni 90 è stata oggetto di una grande opera di restauro interno che le ha fatto ritrovare la sua luminosità iniziale del 15° secolo, grazie alla policromia ricreata e al restauro delle vetrate. Le due torri quadrate, alte 76 m e coronate da due gallerie sovrapposte, sono in stile bretone, mentre la facciata con un solo portale e sormontata da due grandi aperture ricorda lo stile inglese.
Tra le guglie sorge la statua equestre del Re Gradlon: l'opera inaugurata nel 1858 sostituisce una precedente scultura distrutta da un fulmine, che ogni 26 luglio era oggetto di un culto particolare.
Dopo aver intonato un coro in onore dalla patrona della musica, un messo della città saliva in groppa al cavallo di Gradlon e offriva al re del vino, poi gli asciugava la bocca, vuotava egli stesso il calice e lo gettava alla folla sul sagrato. Chi riusciva ad afferrarlo senza romperlo guadagnava 100 scudi d'oro: impresa mai realizzata, perchè il messo incrinava il bicchiere prima di gettarlo alla folla!

L'assimmetria degli assi della navata e del coro colpisce non appena si entra nella chiesa e si spiega col fatto che i costruttori utilizzarono le fondamenta di due edifici precedenti. Il primo fu costruito nel 13° secolo, inglobando una più antica cappella romanica; la seconda sorse nel 15° secolo nell'area di una chiesa dell'11°secolo.

La relativa semplicità della decorazione interna è conseguenza del "rogo dei santi", compiuto nel 1793, in pieno periodo rivoluzionario nell'attuale Place de la Résistance "perchè tutti i segni del feudalesimo fossero eliminati". Sono sopravvissute solo 2 statue del 17° secolo: "S.Anna che insegna a leggere alla Vergine" e "Santik Du" (il Piccolo Santo Nero, monaco ancora venerato dagli abitanti di Quimper. Morto di peste nel 1349 mentre accudiva i malati, la tradizione vuole che gli si deponga vicino una pagnotta che andrà poi distribuita ai poveri).

Facendo il giro della cattedrale, lunga 92 m, si scoprono opere interessanti, fra cui 4 "gisants" del 15° e 16° secolo. A sinistra del coro, la decorazione di una cappella racconta la leggenda di St. Corentin, primo vescovo di Quimper (5° secolo): quando si ritirò da eremita sulle pendici del Menez-Hom, per garantirsi la sopravvivenza mangiava ogni giorno un pezzo del pesce che trovava dentro una fontana: il giorno dopo il pesce era nuovamente e miracolosamente intero.

I quartieri della Città vecchia
Purtroppo gli urbanisti non hanno preservato molto della città medievale che viveva al riparo delle sue alte mura. Già in seguito all'incendio del 1762, che distrusse il quartiere nei pressi della Cattedrale, fu vietata la costruzione di case secondo i vecchi sistemi. La pietra sostituì così le vecchie strutture in legno, colmate con un'amalgama di argilla, ciottoli e paglia (pisé).

Nel 19° secolo si decise di modificare il tracciato sinuoso delle vie al fine di allinearle e ancora una volta le case preesistenti ne pagarono il prezzo, in particolare quelle della Rue Kéréon. Al posto delle vecchie case sporgenti sorsero edifici dalle facciate rettilinee in pietra nuda o intonacata, si abbatterono le mura medievali della cittadella episcopale e le facciate furono abbellite secondo il gusto corrente con rivestimenti in legno, in marmo o in granito.

La Rue Kéréon era sede della corporazione dei calzolai (appunto Kéréon, in bretone) e congiungeva i bastioni alla Place Médard e al ponte omonimo (sullo Steir), antico ponte levatoio che costituiva l'ingresso occidentale della città. In origine la strada si divideva in 3 parti: la 1a andava dalla Piazza della Cattedrale alla Piazzetta Maubert; la 2a corrispondeva alla Piazzetta Maubert, di forma triangolare su cui sfociavano la Rue St. François e la Rue des Boucheries e su cui si teneva un mercato di frutta e verdura; la 3a parte raggiungeva place Médard e soprattutto qui erano concentrati calzolai e fabbricanti di galosce che le lasciarono il nome.
La strada era larga al massimo 4 m, poi si restringeva verso la Piazza St. Corentin e questo rallentava la circolazione.
Questa strada fu successivamente abitata da ricchi mercanti, nobili, uomini di legge e clero, che vi possedevano eleganti case a graticcio, con pianterreno in pietra.

La casa più bella di quelle rimaste dal 16° secolo è quella che si trova all'angolo con Rue des Boucheries. E' datata 1552 e presenta sulla Rue des Boucheries un frontone ricoperto di granito fino al 1° piano, mentre i 2 piani successivi sono protetti da un rivestimento in ardesia per evacuare le acque piovane. Fra le Rues St. François e Kéréon un frontone stretto attira l'attenzione. Era un'antica residenza di canonici, in stile rinascimentale modificato che conserva un piano sporgente e l'iscrizione gotica "IHS Maria" al disopra della finestra.


Fonte: Franca Fanti - Reves et voyages
http://www.reves-et-voyages.eu



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